LA COMUNICAZIONE TELEFONICA!

 Come la televisione ed il computer, anche il telefonino rappresenta uno strumento tecnologico di crescente utilizzo che, come dimostrano recenti e numerosi studi, è anche un oggetto verso il quale si può sviluppare una vera e propria forma di dipendenza.  Con la crescita del numero e dei modelli di cellulari, nonché dei servizi offerti attraverso il telefonino, si assiste infatti all’incremento di casi di quella che, in alcuni paesi, è già diventata una “malattia sociale” e che è stata definita  telefonino-dipendenza”o “cellularomani”.

La nascita e lo sviluppo del mercato della telefonia mobile ha avviato profonde trasformazioni sociali, attribuendo nuove funzioni psicologiche al telefonino rispetto a quelle assolte dal telefono tradizionale.  La tendenza di questo moderno e trasportabile strumento di comunicazione telefonica a diventare nel giro di poco tempo alla portata di tutti, indipendentemente dall’età o dallo status socio-economico, insieme allo sviluppo di crescenti ed innumerevoli caratteristiche tecniche, implicano delle riflessioni relative alle principali funzioni sociali e psicologiche che il telefonino attualmente assolve.

Inizialmente, infatti, il cellulare era uno strumento essenziale, alla portata di pochi, il cui possesso assolveva alla funzione di rendere costantemente rintracciabili in tempo reale un numero  privilegiato di utenti “socialmente impegnati ed importanti”.

Ben presto il cellulare ha cominciato a rispondere e ad alimentare il bisogno comune di essere vicini, superando i confini dello spazio e del tempo, trasformando profondamente le possibilità delle relazioni quotidiane, favorendo la possibilità di aumentare le occasioni di intimità e, talvolta, anche quelle di violazione della libertà e degli spazi personali.

Così, di pari passo alla moltiplicazione delle funzioni tecniche di un telefonino si sono trasformate anche le sue funzioni sociali e psicologiche: il cellulare oggi è uno strumento che accompagna ogni momento della giornata e che aiuta ad organizzare ed a gestire ogni momento della vita, dal lavoro (con le agende, le sveglie, le rubriche, l’orologio) ai momenti di svago (con i giochi, le fotocamere, le videocamere).

Conseguentemente all’evoluzione del mondo della telefonia mobile oggi, oltre alla generica e tradizionale funzione di comunicazione, il telefonino rappresenta uno strumento che riveste almeno tre importanti funzioni psicologiche relative sia alla sfera individuale, che a quella relazionale.

Una delle principali funzioni psicologiche del cellulare è quella di regolare la distanza nella comunicazione e nelle relazioni. Attraverso il telefonino, infatti, ci si può avvicinare o allontanare dagli altri: ci si può proteggere dai rischi dell’impatto emotivo diretto, trovando una risposta alle proprie insicurezze relazionali, alla paura del rifiuto ed ai sentimenti di insicurezza; ma ci si può altresì mantenere vicini e presenti costantemente alle persone a cui si è legati affettivamente, gestendo l’ansia da separazione e la distanza, costruendo un “ponte telefonico” che attraversa infiniti spazi in pochissimo tempo. Un rischio della estremizzazione della telefonino-mediazione delle relazioni è che il cellulare, piuttosto che diventare uno strumento di sostegno per affrontare le difficoltà di confronto con gli altri, diventi uno strumento per gestire abitualmente le relazioni.

In tal modo è possibile che la “comunicazione telefonica” diventi un sostituto della “comunicazione reale”, che lo strumento tecnico prenda il sopravvento e finisca per sostituirsi alla realtà, creando e alimentando una equazione “comunicazione telefonica = comunicazione reale”.

Un’altra importante moderna funzione psicologica del cellulare è quella di rappresentare un mezzo per gestire la solitudine e l’isolamento, assumendo quasi il ruolo di “antidepressivo o ansiolitico multimediale”, nei confronti del quale diviene ben presto facile diventare dipendenti. In questo senso il telefonino diventa il simbolo della “presenza dell’altro”, che è un’entità sempre a portata di mano.

Una terza funzione ormai crescente del cellulare è quella di rappresentare un mezzo per vivere e dominare la realtà, con le sue innumerevoli possibilità tecniche in grado di regalare l’idea di poter essere presente e capace di “fermare il tempo”, con una o più immagini, un’illusione di potere che può essere spinta fino alla sensazione estrema di onnipotenza.

I rischi dell’abuso di queste funzioni sono maggiori nei ragazzi, in quanto l’età evolutiva è il momento dell’apprendimento delle modalità di contatto sociale reale e delle capacità di controllo degli impulsi e delle emozioni. La comunicazione attraverso il telefonino, infatti, potrebbe finire per divenire l’unica capacità di mettersi in relazione e contemporaneamente la sua perpetua possibilità di contatto non stimola né la capacità di controllare il rinvio della soddisfazione dei bisogni che si concretizza nell’attesa, né la conseguente creatività che si sviluppa nell’attesa.

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